Intern in the US

Monday, October 10, 2005

Punto. Titoli di coda

Sono tornato dall'America.
Ho discusso la mia tesi in Francia.
Eurecom mi ha proclamato qualcosa.
Sono tornato a Torino.
Faccio 30 crediti e 10 ore di lezione al giorno.
Ho sempre fame e sonno.


L'allarme del collegio suona di nuovo.
Fuori è di nuovo grigio, domani pioverà.
Berlusconi parla in TV.
Piero fa il ragù.
Io ho fame, ma anche un po' di nausea, sarà stata la focaccia patate e cipolla.
La signora di fronte litiga con la sua coinquilina.
Il vetro del balcone vibra al passaggio di una macchina
e io sto scrivendo l'ultimo post.

L'ultimo. Inutile ma doveroso.
Doveroso soprattutto ringraziare in ordine di apparizione:

me stesso
quella delle HR
la signora a cui ho pestato un piede
il tizio a cui ho dato un dollaro
una mia cara amica
il ragazzo sulla trentina che non avevo mai visto prima
i due fratelli di Sapri
la coppia di californiani
V
J
T e le sue piccole amiche
il rivenditore d'auto
la Toyota Camry
la mia mutanda
le matrici di covarianza
Antonio
il cinese
Zarni
i belli dentro e i belli fuori
la pana-impiegata
il ragazzo di Stanford
l'impiegato di Bank of America
Pierpaolo
®
i surgelati
il signor Heisenberg
l'arcangelo 11234321
la cointernata alla panasonic
e le mie palle

e inoltre per il supporto tecnico:
Ludovico
il pana-pc
e Olga

e ovviamente tutti i miei lettori silenti e non.

Alla prossima ??....tanto si sa che sicura è solo la morte

Thursday, August 18, 2005

Dolce Amica Addio

Sapevamo entrambi che questo momento doveva arrivare, eppure ci siamo fatti cogliere cosi' impreparati.
Pochi tra i miei lettori sanno di quello che c'e' stato fra di noi, ti ho conosciuta meno di sei mesi fa ma e' come se fossimo stati compagni da sempre.

Rimpiangero' i momenti passati insieme, sotto la pioggia e sotto il sole, nelle corse affannate e nelle passeggiate spensierate. Tu sei la sola che mi sia stata davvero vicino ed io sono stato il solo che l'abbia fatto con te. Ti ho accudito, ti ho nutrito, ti ho protetto.

Portero' sempre con me le chiacchiere che mi hai sussurrato la mattina appena svegli e le canzoni che abbiamo urlato insieme nel pomeriggio. E ancora il tuo sguardo un po' spento della sera, il tuo odore inconfondibile, la tua voce dolce nella calma della notte e aspra nella rabbia, il tuo calore, la tua devozione.

Hai saputo comprendere le mie intemperie, i miei errori, anche quelli che ti hanno fatto male. Sembrava dovesse durare per sempre e invece no, fra un mese ci saluteremo, ormai e' deciso. Io via da questo posto che non mi appartiene e tu ancora qui a casa tua, a vivere con il tuo nuovo amico.

Altri accarezzeranno la tua pelle, altri ascolteranno le tue parole, altri si faranno trasportare dalle tue mani. Con chissa' chi canterai a squarciagola le tue canzoni, chissa' quanto in fretta ti dimenticherai di me.

Credo sia meglio cosi', credo che sia giusto prepararci sin da ora alla separazione, sapere in quali mani ti lascio, senza ridurci all'ultimo momento quando nella fretta non ci sara' nemmeno il tempo di dirsi ciao. Non credo leggerai queste parole e se lo facessi, credo che non capiresti. Ma non conta perche' fra di noi e' sempre bastata una carezza.

Che dire dunque se non Addio.
Addio dolce amica. Addio Toyota Camry.

Alla prossima.

Tuesday, August 09, 2005

Questione di palle

C'e' chi ce l'ha
quadre, chi ne ha tre, chi
ne ha due, chi ce l'ha tonde, chi
le mostra, chi ce l'ha grandi, chi le
rompe, chi se le sbatte, chi le trita, chi
ce l'ha piccole, chi ce l'ha piene, chi le
strappa, chi le tiene, chi le racconta, chi
ce l'ha a terra, chi ce l'ha di ferro, chi ce
l'ha mosce, chi ne ha quattro, chi non
ne ha affatto, chi le tira fuori, chi
le spara, chi le spacca, chi le
gira, chi le taglia, chi
le gioca, chi...

Non so di che materiale, di che forma e di che dimensione siano le mie, so solo che loro hanno deciso... hanno deciso di riportarmi a casa.

Ah, c'è chi se le sciacqua, come la gran parte di voi ad Agosto, che non capiranno, anzi che chissa' quando leggeranno.

Alla prossima.

Wednesday, August 03, 2005

Cronaca di una trasferta

Restituisco una volta tanto a questo blog la sua funzione originaria...

Pur essendo a San Jose, in realta', tutto questo tempo ho lavorato esclusivamente con il laboratorio di Santa Barbara. Questo ha implicato due cose: innanzi tutto la maggiorparte delle persone qui a San Jose non sa cosa faccio e chi sono, ma soprattutto che questo internship in fin dei conti l'avrei potuto fare anche da Sapri con una normale connessione internet.

Un po' per entrambe le ragioni, e' necessitata una trasferta di quindici giorni a Santa Barbara, in modo da rendere un po' reale il mio lavoro virtuale. Sono stato gentilmente ospitato dalla mia "co-internata" alla panasonic.

L'avventura c'e' stata tutta, a cominciare dal viaggio in solitaria, di 300 miglia, con la scassatissima macchina che mi ritrovo. L'abitacolo era rovente, come se fosse stata parcheggiata per 3 ore sotto il sole in piena estate, quando mi sono fermato per una pausa ho realizzato che fuori era lo stesso. Per un centinaio di miglia sono stato in queste condizioni, su una strada dritta all'inverosimile tracciata nel nulla piu' assoluto.
Il motore ruggiva felice e l'aria irrompeva dal finestrino prepotente, la povera radio stentava a far giungere qualche nota distorta al mio orecchio, ovviamente solo quando non soppiantata dalla mia vena canora ad evitare sonno e disperazione.

Passo ora in rassegna gli episodi notevoli:

Farinata di falafel fume'
Trasportati da improbabili impulsi etnici, ci siamo dati alla preparazione di altrettanto improbabili falafel. Causa mancata consistenza dell'impasto, le polpette sono state convertite a una sorta di farinata, la cui riuscita e' testimoniata dalla grande quantita' avanzata dopo la cena e soprattutto dal malessere avvertito da colei che ha avuto lo stomaco di mangiarne piu' dello stretto necessario per valutarne il gusto.
Esperimenti culinari infelici non sono affatto una novita', ma la storia del falafel non e' finita. Speranzosi in un miglioramento del preparato nottetempo o in una autonoma sparizione dello stesso, la teglia fu infilata nel forno, ricoperta da un pietoso scottex.
Non si sa cosa accadde, se fu la provvidenza o la sbadataggine. Quando siamo ritornati la sera dopo, l'odore del manicaretto pervadeva la casa accompagnata pero' da un acre odore di bruciato. Un laconico biglietto lasciato sui fornelli recitava: "The fire department has been here" ed indicava un numero da chiamare. Il falafel giaceva nero carbonizzato nel lavandino.
I pompieri, chiamati dai vicini allarmati dall'allarme e dal fumo, hanno riportato di aver trovato quello che loro hanno inteso essere dei brownies in fiamme, nel forno dimenticato acceso.

Raccoon watching
Un'altra sera ritornando a casa, abbiamo sorpreso scorrazzare per il cortile una dolce famigliola di strani animali, che sebbene al buio, si mostravano troppo piccoli per essere cani e troppo grossi per essere gatti.
Uno squarcio di luce ha svelato il mistero, si trattava di procioni. La sera dopo esco per portare la spazzatura al cassonetto e replico l'incontro, questa volta c'era solo papa' procione, o mamma non so. I problema e' che nonostante visibilmente spaventato l'animale sembrava seguirmi, poi l'ho perso di vista, per poi ritrovarmelo davanti all'ingresso del cortile interno. Ci siamo guardati per un po', ho provato sia in Inglese che in Italiano a dirgli di sparire, ma quello niente, stava la' e mi guardava. Poi d'improvviso, mi ha dato le spalle e si e' infilato nel giardino di casa. Io mi sono precipiatato dentro casa, chiudendomi immediatamente la porta alle spalle.
La sera stessa mi sono imbattuto in un sito che spiegava come dar da mangiare ai procioni selvatici. Certo la cosa e' un po' rischiosa, visto che i procioni hanno la bella abitudine di trasmettere la rabbia.
E' stato difficile convincere la co-internata, ma alla fine ce l'ho fatta sottolineando che dopo tutto sia improbabile essere morsi e soprattuto che la rabbia non sia cosi' male come dicono.
Armati di macchina fotografica e di una fragola siamo partiti. Il bottino e' stato magro. Dei procioni neanche l'ombra. Abbiamo solo gudagnato la fama di maniaci nel quartiere e perso circa un quarto d'ora ad osservare qello che si e' rivelato essere un gatto.

Altre pillole....
- Abbiamo ammazzato una presunta vedova nera.
- I vicini ci hanno ripetutamente intrattenuto con sonori amplessi e indicibili coiti.

Santa Barbara e' un posto strano dunque, dove ci sono cose strane, come quelle che ho detto, ma anche tante altre. C'e' chi narra di un fantomatico leone di montagna che stacca la testa a disgraziati ciclisti o di...

...Ma non mi dilungo oltre. Almeno non oggi, magari un'altra volta.

Alla prossima.

Friday, July 29, 2005

Ritorno alla fede

L'altra notte mi sono fatto fregare. Era una di quelle notti in cui nulla puo' succedere. In cui il silenzio ruba liberta' ai tuoi pensieri, in cui i pensieri si mettono a macinare fino a tritarti tutte le idee, in cui le idee raggiungono l'acme della loro crudele lucidita', in cui la lucidita' di colpo si trasforma in opaca incertezza, in ricerca, in fede.

E li' che mi sono fatto fregare, e dopo tanto tempo ho chiuso gli occhi e ho composto la teleselezione per il paradiso.

Nel nome del P...
- [..qualche secondo d'attesa] Risponde l'arcangelo 11234321....
- Pronto...ma non parlo col Signore?
- [Fragorosa risata] Si' come no, quando fai il 187 parli con Tronchetti Provera?
- Ma io ricordo che quando ho pregato l'ultima volta ho parlato direttamente con l'Altissimo.
- Ehh, mio caro, i tempi sono cambiati, adesso ti tocca parlare con l'arcangelo 11234321, e pure in fretta che siamo in ora di punta. E poi l'ultima volta che hai pregato risale, ahi ahi ahi, a quasi 10 anni fa. Mi spiace ma il tuo abbonamento e' scaduto.
- Ma come? Scaduto?
- Proprio cosi', caro il mio miscredente. Mettici pure un paio di peccati mortali e qualche eresia (tipo questa)....Che ci vuoi fare, sara' per un altra vita. Per questa puoi solo sperare in un perdono in extremis, ma credimi per quello ci vuole qualche buona conoscenza.
- Ma non si puo' fare proprio nulla?
- Niente! Anzi adesso devo riattaccare, che c'ho coda.
- Ma [TU TU TU TU]

Ecco perche' ho deciso di vendere la mia anima al diavolo. Per lo meno lui ti ascolta sempre, e soprattutto esaudisce davvero i tuoi desideri...
...Ma adesso cosa me ne faccio di un pisello cosi' grosso??

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Compiti a casa [SPERIMENTALE]
Il candidato svolga parafrasi e commento del presente brano.
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Alla prossima.

Monday, July 25, 2005

Addio Surgelati

E così un po' di giorni fa infilavo la carne nel congelatore. Ho vissuto tutto questo tempo nella convinzione che la beata fettina vivesse in un mondo parallelo dove il tempo non passasse, che il giorno in cui avessi deciso di mangiarla , l'avrei trovata lì dietro la porta in mia attesa, immobile esattamente così come l'avevo lasciata.

Il mondo putroppo non è come si vorrebbe...e nemmeno i congelatori.

La mia fettina l'ho ritrovata invecchiata, ingiallita. Infischiandosene della mia assenza pure i bastoncini di pesce hanno fatto i comodi loro, per non parlare di quello stronzo del ricoperto al cioccolato.

In realtà non ce l'ho con loro, i poverini hanno solo fatto la loro vita, ero io che avrei dovuto essere la' per mangiarli, per friggerli, per infornarli. Ed invece no, me ne sono infischiato e ho solo aspettato che tutto questo succedesse in mia assenza. Non mi resta molto da fare adesso, se non guardarli nella loro nuova condizione ed accompagnarli con dolcezza alla pattumiera.

Si informi il signor Heisenberg che la luce del frigo rimane accesa quando si chiude la porta e quell'altro, di cui non ricordo il nome, che un albero quando cade fa rumore anche se nessuno lo sente.

A quelli che partono, a quelli che tornano, a quelli che si laureano, a quelli che si trasferiscono, a quelli che si fidanzano, a quelli che si lasciano, a quelli che son cambiati, a quelli che ho perso, a quelli che ho ritrovato, a quelli là.

Alla prossima.

Thursday, July 14, 2005

California Dreamin'

Ehhh la California....Sarebbe davvero un posto fantastico se solo avessi capito dove si trova.

Due settimane or sono, in occasione del week-end lungo dovuto all'independence day, parto alla scoperta di questo mitico golden-state. Il piano e' ambizioso, e tante le speranze. Nello zaino la certezza di vivere di persona la magia di posti incantati, di gustare il sapore di calde spiagge lontane, di godersi la bellezza di panorami incantevoli, del loro sole e dei loro corpi statuari e perche' no di respirare l'aria un po' epica di posti intravisti solo in celluloide.

Speranzosi sulla 101 con "California Here we come...." in sottofondo.

E poi scopri che in California in piena estate è normale trovare la nebbia. Un cielo pesante che tocca l'asfalto e si dirada solo di tanto in tanto.

E a San Diego ti rendi conto che da visitare c'e' solo lo zoo.

E poi fai un giro nell'Orange County e ti accorgi che la gente che fa il bagno si conta sulla dita di una mano. L'oceano e' troppo freddo si dice in giro e l'acqua si guarda ma non si tocca, a meno che tu non abbia una muta di qualche millimetro o che sia completamente pazzo.

Beh a Malibu' e a Santa Barbara di spiagge quante ne vuoi, ma bagnine niente. Anzi non ci sono nemmeno chioschi e bar a Malibu'. Anzi non c'e' nemmeno tanta gente sulla spiaggia. D'altra parte in tutte le spiagge californiane tira un vento della madonna e non riesci a goderti il sole (quando c'e') per piu' di mezz'ora.

E poi vai a Hollywood e leggi che in realta' gli studi cinematografici a Hollywood c'hanno lasciato solo il nome. E Beverly Hills, e Merlose Avenue, tutto ridotto a qualche negozio extra-lussuoso e qualche villetta patinata.

Il viaggio e' terminato passando da Santa Cruz, dove abbiamo ammirato dalla banchina i fuochi d'artifico per il 4 di Luglio. Eravamo in California, in Estate, al mare, ma con maglioncino e giubbetto di jeans.

Ormai non mi stupisce piu' niente e un po' forse c'era da aspettarselo. D'altra parte si sa la California e' un sogno e per questo...
... NON ESISTE!

Alla prossima