Intern in the US

Saturday, May 28, 2005

Ho perso qualche Mercoledì

Quello che sto per dirvi è una cosa molto seria e al contempo grave. Prima di cominucarvi la notizia ho voluto esserne certo. Ho osservato a lungo lo scorrere dei giorni, mi sono appostato per cogliere il Tempo di sorpresa, ho fatto osservazioni astronomiche e altro ancora. Il risultato è sempre lo stesso, adesso lo posso dire senza timore di essere smentito, è incontrovertibile: da due mesi non esiste più il Mercoledì.

Parlo ovviamente dell'America, non so come vanno le cose nel resto del mondo. In realtà non so nemmeno come vanno le cose per il resto degli americani.

Tutto è cominciato più o meno quando sono arrivato qui, quando avevo lasciato che la settimana sembrata troppo corta si giustificasse con la semplice monotonia delle giornate tutte uguali a se' stesse. O magari con la mia occupazione che oscurava il fluire delle ore. Ma dopo l'ennesimo segnale non ho potuto fare più finta di niente.

C'è da impazzire. Arrivo al giovedì e non mi ricordo più niente del giorno prima o meglio mi ricordo solo di quello che ufficialmente è accaduto due giorni avanti. In mezzo niente. Le ho provate tutte.

Ho cominciato a crearmi un calendario al contrario: Ogni giorno appena alzato attacco un foglio al blocco e ci scrivo sopra il giorno della settimana. Ormai non mi stupisco più di arrivare a fine settimana e contare solo sei fogli. E' possibile, mi dicevo, che per qualche motivo me ne dimentichi. Allora mi sedevo e cominciavo a pensare a un qualche riferimento a quel dannato giorno della settimana:
"Dunque mercoledì, ah sì, ho fatto la spesa, o era Martedì?"
"Ci sono, controllo la casella di posta elettronica". Niente da fare ogni Mercoledì c'è un buco... non ricevo mai niente di Mercoledì.
"Che scemo il blog" Beh, dal lontano 30 Marzo, dunque in tempi in cui non sospettavo, non scrivo più niente di Mercoledì, eppure gli altri giorni invece li ho usati tutti".

Lo scorso Martedì, la prova decisiva. Ho aspettatto di proposito la mezzanotte, orologio alla mano, calendario del computer davanti agli occhi.
Martedì 23.58...Martedì 23.59....e BUUM: Giovedì 0.00.

A volte quando qualcuno è pazzo si dice che abbia perso qualche Venerdì. Io devo essermi beccato una variante della malattia. Anche se, a dire il vero, un'altra ipotesi ce l'ho. Che sia questo l'inizio della fine del mondo?

A poco a poco, il Signore cancellerà tutti i giorni della settimana, uno ad uno. Quando ce ne accorgeremo, sarà troppo tardi e vivremo in un mondo fatto solo di Martedì. Speriamo non di Lunedì e neppure di Domenica, mio Dio che palle. Forse l'ideale sarebbe Sabato o Venerdì per non chiedere troppo.

Da lì in poi, cominceranno a svanire le ore, poi i minuti, ancora piu' lentamente gli ultimi 60 secondi che ci saranno rimasti. Forse tutto cio' accadrà in maniera differente per ognuno di noi. Il nostro inferno o il nostro paradiso sarà deciso dall'unico istante che saremo costretti a vivere di continuo.

C'avete mai pensato? Potendo, che istante scegliereste? Coloro fra voi che aspirano al paradiso, sarà bene che comincino a darsi una risposta, perchè la domanda potrebbe essergli posta fra molto meno di quanto non pensino.

Io e i piu' tra i miei lettori siamo probabilmente destinati all'inferno. Da quando ho pensato a questa cosa ho deciso di svegliarmi sempre prima della sveglia. Ma temo che prima o poi me ne dimentichero' e una mattina di queste, infastidito dal trillo, decidero', prima di spegnerla di soffrire al suo rumore infernale ancora per un attimo... un attimo che invece durerà per l'eternità.

Alla prossima.

3 Comments:

  • Leggendo questo tuo post m'è venuto subito in mente un passaggio molto noto del "Così parlò Zarathustra": Tutto ciò che vivi tornerà.

    L'eterno ritorno, l'eterna ripetizioni di ogni singolo attimo di felicità o dolore. L'urlo furente di una mente che rigetta la piattezza della vita.

    Parli di paradiso, di inferno, di attimi. Se dovessi rivivere un attimo, allora vorrei rivivere questo preciso istante in cui sento un netto collegamento fra vita e mente, etica e morale, idea e realtà. Se così fosse, per quanto inutile questo possa sembrare, saprei di aver vissuto nel giusto, di non aver vissuto invano. Cosa conta, allora, vivere giorni, anni, secoli, millenni o un solo immenso attimo di beatitudine? L'esperienza cerca di convincerci che gli atti determinino l'essere: l'idea dimostra che la coscienza crea l'esperienza attraverso un modo individuale ed unico di osservare il mondo.

    Che sega mentale, santa madonna.

    Mi ritiro a riflettere... :D

    By Anonymous Anonymous, at 12:58 PM  

  • scusate il ritardo con cui mi approccio a darvi la soluzione del messaggio criptato che ci aveva proposto il maestro ale.
    gli impegni sono tanti...anche di più di quelli di tutti gli ingegneri che popolano questo blog e che pur tanto tempo hanno perso davanti quel messaggio...
    tornate al post, leggetelo in html e sostituite tutti i BR con NEW LINE e allineate il primo asterisco alla linea superiore.

    la soluzione è:BASTA!

    con umiltà
    Dr.ssa C.Scotellaro

    By Anonymous Anonymous, at 5:55 PM  

  • Adoro questo argomento... l'uomo ha sempre guardato il sorgere del sole, il regolare susseguirsi dei vari eventi planetari ed ha definito a partire da essi una concezione di tempo "oggettivo" che gli é risultato utile per vari motivi.
    Ma che cos'é il tempo veramente? Non é secondi, non é minuti... non é giorni. Anche se il senso comune ci dice che tutti i giorni durano esattamente 24 ore, chiunque ammetterá che PER LUI ieri non é durato quanto il giorno prima. Perdere giorni?Ho perso intere settimane, in cui non sono in grado di dire che cosa io abbia fatto.
    Ma allora cosa é il tempo?Che cosa é il famoso "attimo"?Di sicuro, non é quello scandito dall'orologio. Un informatico potrebbe definire l'attimo come equivalente ad un colpo di clock del nostro animo. Solo che il nostro animo non é un automa a tempo discreto... o forse sí? Insomma, se la nostra mente fosse molto piú semplice di quanto vogliamo ammettere, sarebbe essa stessa in grado di riconoscere la sua semplicitá e disegnare uno schema logico di sé stessa?Certo che no... non scoprirai mai che la terra é sferica fino a che cammini sul livello del mare: hai bisogno di salire su un monte, di guardare da un'altra prospettiva. Magari il concetto di attimo é proprio un "eco" derivante dal modo in cui il nostro animo é implementato, e davvero corrisponde all'insieme atomico di processi mentali legati ad un singolo pensiero, ad una singola operazione.
    Sto divagando... il punto é che secondo me il tempo in sé non esiste. Il tempo esiste solo in quanto ricordo, e questo spiega come giorni interi possano "sparire" dalla nostra mente, nel momento in cui sono cosí divorati dalla monotonia da non lasciarci alla fine della giornata una sola cosa che sia degna di occupare uno spazietto nella nostra memoria.
    Dopo questa parentesi torno al mio noioso lavoro...

    PS: per quanto riguarda la Dr.ssa C.Scotellaro, ammettendo che sia veramente arrivata alla soluzione con le sue forze (e trattandosi di una donna puó sorgere il dubbio, dato che il loro metodo standard consiste nel fare gli occhioni dolci... :) le faccio i complimenti. Ma insomma ingegneri... tiriamo fuori l'orgoglio ci facciamo fregare cosí da un'economista????E accettiamo per giunta di venire scherniti in questo modo???C'é del marcio nell'ingegneria.

    By Anonymous Anonymous, at 7:42 AM  

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